QUANDO RIDI – Parole sussurrate a una figlia

La paternità raccontata in una confessione tenera e appassionata da una delle penne più note del giornalismo italiano.

Insicuro. Irascibile. Spesso inadeguato. E ora anche solo, senza di lei.
Quando Giulia gli comunica, sbrigativa e spavalda, che andrà
a studiare all’estero, il cuore di papà salta un battito. Sua figlia sembra avviata verso un distacco che non è pronto ad affrontare. Non ha previsto di essere già a quel punto del copione, non si è studiato le battute. Quindi di fronte a lei inciampa, pronuncia frasi sconnesse, contraddittorie, non trova le parole adatte.

E adesso eccolo qui, in un afoso pomeriggio di giugno, a cercarle. Perché se non ha saputo dirgliele, può sempre scrivergliele: le sue parole per lei, quelle che ha provato a consegnarle ogni giorno e che ora ha l’occasione e il bisogno di mettere nero su bianco. Insomma, la grana della loro vita insieme. Parole giuste e sbagliate, impudenti e imprudenti, affettuose e affilate ma sincere: saranno la sua confessione, tutt’altro che postuma, per Giulia; saranno il racconto di una carriera imperfetta, quella di padre, fatta
di cadute e di ripartenze; saranno una lettera d’amore alla figlia da parte di un papà che non cerca né perdono per gli errori né gratitudine per la dedizione sconfinata.

Giorgio Terruzzi ci accompagna in un viaggio intimo nelle terre selvagge della paternità attraverso lo sguardo di un uomo che non si prende mai troppo sul serio e riconosce nelle proprie
le contraddizioni di una generazione. Un uomo che sa resistere a tutto ma non al sorriso di sua figlia.

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