Fuori: riflessioni sul rapporto tra bambini e natura, di Monica Guerra

Pensare a un’educazione naturale e alle riflessioni sul rapporto tra bambini e natura, intesa come educazione sia che individua nel fuori una dimensione privilegiata delle esperienze di apprendimento, sia che si propone di essere vicina e congeniale alle modalità di ricercare e conoscere di bambini e ragazzi, è questione pedagogica e didattica di rilievo.

L’esperienza in natura contiene numerosissime motivazioni che possono contribuire a ripensare alla radice il modo stesso di fare educazione e scuola, non solo perché fuori tutto è più complesso ed intrigante per i bambini e i ragazzi, ma anche perché fuori è più facile per gli adulti, si tratti di educatori e insegnanti o familiari, ripensare il proprio ruolo, essi stessi messi alla prova da un’aula, o da una casa, meno strutturata e più imprevedibile. Il rapporto tra bambini e natura, non riguarda solo il cominciare ad uscire dagli edifici, ma il pensarsi dentro ad un altro clima, relazionale e culturale, che riduce le distanze tra le esperienze di cui bambini e ragazzi sono portatori e i programmi che l’educazione formale propone loro, modificando l’approccio e le ragioni per nutrire con nuova linfa il dentro.

Educare, come fare scuola, in natura risponde alle domande naturali dei bambini e dei ragazzi, ribalta le convenzioni, invita al cambiamento, chiedendo all’adulto di mettere a disposizione strumenti capaci di sostenere e focalizzare gli sguardi, in modo da tenere alti il livello osservativo, la curiosità, l’abitudine ad interrogarsi. Allora, senza che glielo si chieda, bambini e ragazzi aprono i loro quaderni, sfoderano le loro matite e coltivano naturalmente la propria sete di conoscenza. Adulti “colti di natura”, dentro e fuori i servizi educativi e le scuole, hanno bisogno di moltiplicare il proprio sguardo, di cogliere la complessità che la natura svela, di accompagnare con competenza questo incontro, perché possa dipanarsi in tutta la sua ricchezza.

Su questo sfondo, il testo si propone di offrire alcune riflessioni sul rapporto tra bambini e natura e sulle sue potenzialità educative e didattiche: il dialogo si nutre dei contributi di pedagogisti, filosofi dell’educazione e filosofi della scienza, scrittori e giornalisti, ecologi, agronomi e giardinieri, antropologi e architetti, esperti di nuove tecnologie e psicologi, genitori e insegnanti, che, a partire da una parola chiave affidata come stimolo, propongono un approfondimento dal proprio osservatorio di ricerca ed esperienza, esplorando le molte possibilità che il binomio educazione-natura permette.

Il quadro che consegniamo a chi legge è dunque ad un tempo articolato e parziale, ricorsivo e poliedrico, poiché mette in luce molte delle questioni che intercorrono nell’incontro tra bambini e natura con la natura, trasversali alla più ampia esperienza di vita e di apprendimento di ciascuno. È un esercizio continuo di ricollocazione, che molto somiglia a ciò che il mondo continuamente ci chiede e che sollecita a stare in ascolto e dialogo con le esperienze che bambini e ragazzi possono fare. Fuori.

Il libro sarà anche presentato al MUBA il 14 dicembre alle 17

Nessun commento ancora

Lascia un commento